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Immagine del redattoreAldostefano Marino

Viale dei Misteri, John Irving

Aggiornamento: 22 dic 2021

Al suo quattordicesimo romanzo, John Irving lascia senza parole e stupisce ancora con Viale dei Misteri (Rizzoli, 2018).


Avenue of Mysteries si presenta come un libro importante, e sicuramente lo è, con una copertina che rappresenta appieno la desolazione, le steppe e i paesaggi aridi del Messico, indiscutibile protagonista.


È l’abilità di Giuseppina Oneto a tradurre meticolosamente la miriade di parole che compongono le fitte seicento pagine di questo romanzo, dimostrandosi all’altezza di un autore tre volte finalista al National Book Award, e vincitore del premio O. Henry Prize e di un Oscar, come miglior sceneggiatura, per quel film di cui tutti abbiamo almeno sentito parlare: Le regole della casa del sidro. 


Juan Diego è il bambino del basurero, le discariche dell’Oxoaca, capitale dell’omonimo stato meridionale del Messico: è figlio di una prostituta che si occupa di fare le pulizie in chiesa e di un padre che potrebbe essere il suo ma che nessuno è sicuro lo sia, el Jefe, il boss della discarica.


Quello che finisce nella prodigiosa montagna di rifiuti, assieme ai cani morti e i corpi bruciati, a sostanze tossiche e vestiti vecchi, sono i libri che i gesuiti dell’orfanotrofio de Los Ninos Perdidos vogliono far scomparire, in quanto dannosi per la società cattolica.


È lì che Juan Diego impara a leggere e legge a voce alta alla sua sorellina Lupe racconti di ogni genere, una bambina particolare senza peli sulla lingua, capace di leggere con precisione il pensiero delle persone che le stanno attorno, tuttavia incomprensibile nell’esprimersi, eccetto che al fratello, per un problema alla laringe. Ma non è così che comincia questo enorme Viale dei Misteri, pregno di significati nascosti, di miracoli e simbologie, ma con il viaggio che Juan Diego, ormai cinquantenne e scrittore affermato, compie dagli Stati Uniti alle Filippine per onorare il padre defunto, di uno stralunato hippie di cui non ha mai saputo il nome.


Complice un’assunzione irregolare di betabloccanti e pastiglie di Viagra, e due donne tentatrici e misteriose, Juan Diego Guerrero, attraverso il sogno rivive le sue origini, il suo passato in Messico, terra desolata e molto povera, descritta minuziosamente, le sue lotte, i suoi colori, e i suoi limiti, una strana coppia formata da un sacerdote che ha lasciato i voti ed una trans, la vita del circo, e quella in orfanotrofio, e un’incombente statua dissacrata della Vergine Maria.


I capitoli di questo romanzo prezioso si alternano tra passato e presente, tra sogno e veglia, tra misticismo e realtà, fino a confondere il lettore, che ci mette un po’ a scivolare dentro la storia ma, non appena ci cade dentro, intrappolato, gli è impossibile uscirne illeso.


Come sarà arrivato il piccolo Juan Diego dal Messico fino all’Iowa? Che cosa avrà fatto di lui uno scrittore e quali studi? C’è proprio tutto all’interno di questo romanzo: posti esotici, animali selvaggi, plancton a forma di preservativi, alberghi, letteratura, Shakespeare, spiegazioni mediche, luoghi desolati, bar omosessuali, alberghi per prostitute, cibi tipici, pellegrinaggi e chiese, c’è tanta Storia e molte critiche velate nei confronti della Chiesa, dei suoi papi e delle loro assurde convinzioni.


I temi trattati sono anche essi i più svariati: l’HIV e l’AIDS, trattate con un’estrema e disorientante delicatezza, la pedofilia, il credo e soprattutto l’ateismo, mai affrontati con toni accusatori.


John Irving, infatti, è questo che fa, con abilissima destrezza e profonda sensibilità, in Viale dei Misteri: non prende una posizione netta, lasciando al lettore la possibilità di riflettere su alcuni temi fondamentali e appassionandolo con una storia lunga cinquantaquattro anni che, per la sua narrazione disordinata, stimola la curiosità più estrema del fortunato lettore accompagnandolo al finale e lasciandogli, anche allora, la possibilità di interpretarlo più o meno come vuole.


Viale dei Misteri, sopra ogni cosa, ci dà un suggerimento prezioso: nella vita non esistono cose che succedono per casualità o miracolo, “il miracolo siamo noi” ogni volta che decidiamo quale strada prendere, quali persone volere con noi e quali oggetti comprare per poi buttarli, con cui vivere una vita che è stabilita tutta e solo dalla nostra volontà.


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